Ringrazio Cinzio per le sue preziose osservazioni. Sapevo di essermi espresso in modo impreciso e speravo proprio di poter meglio chiarire quel che intendevo rispondendo a sollecitazioni di altri. Dunque proverò a chiarire. La politica esigente che Cinzio richiede deve essere la nostra strategia: ciò che vogliamo realizzare. E il programma di questa politica non è qualcosa che uno di noi possa costruire da solo. Io ho provato a disegnarne delle parti, in Oltre la tolleranza, Manifesto per un mondo senza lavoro, Parole che contano; ma c’è bisogno di persone che sappiano ben più di me di economia, di società, di modelli organizzativi, perchè il modello si completi.
C’è poi il problema, tattico, di che cosa deve fare un movimento o partito di sinistra che abbia un programma simile quando gli si pone la scelta di andare al governo. Deve scendere a compromessi pur di conseguire comunque il potere? Deve sacrificare o mortificare il programma dichiarando che «quegli altri» farebbero peggio? Qui la mia risposta personale, sulla quale mi piacerebbe confrontarmi con voi, è un secco «No». Meglio in tal caso rimanere fedeli alle proprie idee; meglio fornirne un’appassionata testimonianza; meglio ricattare dall’esterno il potere con la forza di quelle idee.